L’argomento è certamente scottante. Molti hanno un’opinione preformata riguardo al Rapimento, alcuni preferiscono sperare nel pretribolazionismo ma prepararsi per il post, altri rinunciano allo studio e l’insegnamento della dottrina perché trovano sia una matassa troppo complicata da sbrogliare. Altri ancora non credono affatto ci sia un rapimento.

In questa serie vogliamo studiare a fondo la dottrina del Rapimento della Chiesa e concentrarci sui versi chiave che la presentano, con un’enfasi sull’esegesi del testo (facendo cioè parlare il testo e non leggendo nel testo) mettendo così a nudo le tradizionali scuole di pensiero.

Ci siamo avvicinati a questo studio per due motivi principali:

  1. per confermare quello che abbiamo un po’ dato per scontato, quello cioè che ci è stato insegnato dal principio della nostra fede riguardo al rapimento;
  2. per poter trovare, attraverso lo studio della Verità, quel conforto, quell’incoraggiamento e quella motivazione in più alla santità di cui Paolo parlava (1Te 4:18; 1Cor 15:58).

Partiamo innanzitutto con lo stabilire se davvero Paolo stava predicando un evento straordinario che prevede la rimozione di ogni membro della chiesa di Cristo dalla terra ad un certo punto della Grande Tribolazione. Quest’ultimo evento è generalmente ritenuto debba durare 7 anni, secondo le istruzioni divine riportate dal profeta Daniele (Da 9:27).​*​

I versi chiave sono presenti nella prima lettera ai Tessalonicesi, al capitolo 4, partendo dal verso 13 fino al verso 18:

Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.

1 tessalonicesi 4:13-18

È opinione comune, tra gli studiosi, che l’intenzione di Paolo fosse quella di confortare i credenti della chiesa di Tessalonica che avevano in qualche modo dimostrato delle preoccupazioni: alcuni studiosi credono che fosse il Secondo Avvento di Cristo ad allarmarli; altri intendono sia proprio il rapimento di cui avevano sentito parlare da Paolo stesso. Essi temevano che i loro cari defunti non potessero far parte del primo o del secondo​[1]​ (vv. 13-14). Dopo averli consolati, ricordandogli che Gesù è morto e risorto, Paolo poi prosegue e svela alcuni dettagli importanti:

  • Il Signore Stesso scenderà dal cielo (v. 16)
  • Verrà con: 1) un ordine; 2) la voce d’arcangelo; 3) la tromba di Dio (v. 17);
  • Così, i morti in Cristo resusciteranno per primi (v. 17);
  • Poi anche “noi” (ossia quelli che appartengono alla Chiesa) che siamo ancora vivi fino alla venuta del Signore (v. 15) saremo rapiti sulle nuvole (v. 17)
  • Infine, saremo sempre con il Signore

Coloro che negano ci sia un Rapimento della Chiesa basano le loro argomentazioni sul primo punto qui indicato, cioè che il Signore discenderà dal Cielo. Essi identificano questo verso (v. 17) col Secondo Avvento del Signore, dichiarando che né nel vecchio né nel nuovo testamento, si sia previsto o si sia parlato di più di una seconda venuta di Cristo.​[2]​​†​ Il Secondo Avvento quindi, per questi, non può essere preceduto da una venuta “1.5”, perché non c’è per loro alcun fondamento biblico. A sostenere questa tesi è, ad esempio, William Lane Craig, il quale trova improbabile che i testi sacri rivelino un Secondo Avvento caratterizzato da due parti.​‡​ ​Craig sostiene quindi che i versi in Tessalonicesi parlino esclusivamente del Secondo Avvento, e ​afferma che ci siano delle parole chiave nel Discorso dell’Oliveto che, confrontate con questi versi, inequivocabilmente portano alla conclusione che Paolo stesse riportando le parole di Gesù pronunciate in quel Discorso. Entrambi insomma descrivono lo stesso evento.​[4]​ L’attenzione del noto filosofo e apologeta si concentra inoltre su alcuni versi in Marco (Mc 13:24-27) dove si descrivono una serie di eventi tutt’altro che segreti e misteriosi, ma ben visibili a tutta la terra.​§​ Anche per quanto riguarda la resurrezione dei morti, Craig non nota alcuna differenza tra la resurrezione descritta nella lettera ai Tessalonicesi e quella descritta in Giovanni 5:25-29: si tratta dello stesso evento, cioè della resurrezione del grande giudizio finale. Su questo punto abbiamo delle riserve; è chiaro da Giovanni 5:29 (quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio) che Cristo si stesse riferendo allo stesso evento descritto in Apocalisse 20:11-14, dove leggiamo che la morte restituisce tutti i suoi morti, grandi e piccoli, “giudicati, ciascuno secondo le sue opere”. Ma la resurrezione di cui parla Paolo sembra interessare solo uno specifico gruppo di persone, i morti in Cristo, i quali verranno risorti all’istante (1 Cor 15:50-53). In Apocalisse 20 e Giovanni 5 leggiamo quindi della resurrezione a giudizio finale di ogni essere vivente, in Tessalonicesi e Corinzi leggiamo invece della resurrezione dei membri della Chiesa.

Rapimento VS Secondo Avvento

Il punto di dibattito più importante quindi è cercare di stabilire se effettivamente il Rapimento, così come descritto nella lettera ai Tessalonicesi, sia un evento separato oppure no. Il Secondo Avvento, descritto in Apocalisse 19, Marco 13; Luca 17-21; Matteo 24-25, è effettivamente lo stesso evento descritto da Paolo?

Cerchiamo di analizzare dei versi chiave per determinare se il Rapimento è solo finzione oppure realtà:

  1. Secondo Zaccaria 14:4, quel giorno (il giorno cioè della sua venuta) il Signore viene sulla terra, i Suoi piedi poggeranno sul monte degli Olivi, mentre in Tessalonicesi l’incontro avviene in aria (1Te 4:17): in un certo senso il Signore sembra non tornare fisicamente sulla terra, ma scendere fino al cielo, fino alle nuvole.
  2. Secondo Apocalisse 19:14, quando il Signore torna sulla terra, i suoi santi (Ap 19:8-14) saranno già con Lui. In Tessalonicesi, i suoi santi vengono chiamati ad incontrare il Signore nel cielo: in questo caso quindi ascendiamo a Lui; nel primo caso discendiamo con Lui.
  3. Secondo Apocalisse 19:15, lo scopo della Sua venuta è il giudizio; nel caso del presupposto Rapimento è una liberazione dall’ira a venire (1 Tes 1:10; 1Te 5:9), una felice riunione (Gv 14:3 tornerò e vi accoglierò presso di me) per stare con Lui per sempre (1Te 4:17; Gv 14:3);
  4. In Apocalisse 19, non è menzionata alcuna resurrezione (comincia infatti in Apocalisse 20, al principio del regno millenario); in prima Tessalonicesi invece vediamo la resurrezione dei morti in Cristo.
  5. Il giorno della seconda venuta di Cristo sarà carico di angoscia per tutti gli abitanti della Terra (Ap 1:7), mentre questo evento di cui parla Paolo sembra essere un evento di gioia, al cui pensiero il credente sia portato a sentire conforto, un evento che si attende insomma con vivida speranza (1Te 4:18; Tito 2:13).
  6. Secondo 1Tessalonicesi, il Signore Stesso discenderà e darà l’ordine all’arcangelo di suonare la tromba e allora saranno i credenti in Cristo ad essere presi e gli altri, non credenti, ad essere lasciati; in Matteo 13:41-42,47-50; 24:40-41; Luca 17:31-37, sono i malvagi, i miscredenti che verranno presi dagli angeli (e non dal Signore Stesso), mentre i credenti verranno lasciati.

Alla luce dei versi citati, crediamo vi siano tra i due eventi delle sostanziali diversità che non possono essere ignorate e che fanno dell’evento descritto da Paolo un evento diverso dal Secondo Avvento di Cristo.

Mancanza di storia?

Un’ultima nota obiezione alla dottrina del Rapimento riguarda la letteratura che la caratterizza. Secondo i critici essa risale a tempi recenti, mentre non vi è alcuna menzione del Rapimento nella letteratura escatologica classica, la quale in ampia scala non nota le sostanziali differenze che abbiamo appena presentato, ma attribuisce ogni cosa al Secondo Avvento, come se si trattasse di un unico evento. I critici del pretribolazionismo in particolare asseriscono che “la dottrina del rapimento o qualsiasi parvenza della stessa è stata completamente sconosciuta prima del XVIII secolo”,​[3]​ quando, attraverso le opere di C. I. Scofield e John Nelson Darby, viene improvvisamente stabilita. Sebbene esista una valida motivazione storica che spiega il gap dottrinale tra la chiesa primitiva e quella del XVIII secolo, ci limitiamo qui a menzionare il lavoro di Timothy Demy e Thomas Ice, i quali vedono nel Sermone sulla Fine del Mondo di Pseudo-Efrem (probabilmente della scuola di Efrem il Siro, databile intorno al IV-VI secolo dopo Cristo) un chiaro riferimento alla dottrina del Rapimento:

Tutti i santi ed eletti di Dio vengono radunati prima della tribolazione, che deve venire, e vengono portati al Signore, affinché non abbiano mai a vedere la confusione che opprime il mondo a causa dei nostri peccati.​¶​​[3]​

I termini qui tradotti come vengono portati al Signore, in originale latino corrispondono a ad Dominum adsumuntur: il verbo in adsumuntur è la forma passiva del verbo adsumere, da cui proviene la parola “assunzione”. Questo documento è testimonianza che le idee circa il Rapimento circolavano nella Chiesa, al contrario di quanto si pensi, già a partire dai primi secoli dopo Cristo.

Caratteristiche del rapimento

Da tutto ciò possiamo concludere che effettivamente le Scritture parlano di due eventi, uno che riguarda il giudizio di Dio che si attuerà con la venuta di Cristo ed uno misterioso che si distingue dal primo per vari particolari e le cui caratteristiche cercheremo ora di spiegare in dettaglio:

  • È un evento imminente, cioè che non è preceduto profeticamente da nessun altro evento. I pretribolazionisti, sostenitori di questa dottrina, ritengono che gli apostoli insegnassero di aspettare questo evento in qualsiasi momento (Giac 5:8; Tit 2:13)
  • Avverrà con estrema rapidità: Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba (1Co 15:51-52)
  • Riceveremo allora il nostro corpo eterno, incorruttibile, cioè immortale e simile al corpo del Signore Gesù risorto (1Co 15:53 Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità; 1Gv 3:2);
  • Non tutti i credenti, su questa terra, moriranno fisicamente, ma saranno trasformati all’istante: questa è una speranza grandiosa, quella cioè di non avere mai esperienza di morte, ma passare direttamente da questa vita alla vita eterna!
  • Dopo aver incontrato il Signore nell’aria, risaliremo con Lui alla casa del Padre, dove Gesù ha preparato per noi delle dimore. (Gv 14:2-4)
  • Da questo punto in poi, saremo sempre con il nostro amato Gesù, dovunque egli vada.
  • Il rapimento è in grado di donarci conforto e un’attitudine intenzionale di ricerca di maggiore santità, al pensiero che potremmo incontrare Cristo in ogni momento.

Seconda Parte

Nella seconda parte di questo studio vedremo le varie posizioni riguardo il Rapimento: ci chiederemo infatti quando questo tanto atteso e benedetto evento avrà luogo, se prima, durante oppure dopo i sette anni della Grande Tribolazione. Valuteremo ogni posizione a riguardo e cercheremo di portare alla luce la più plausibile, secondo le Scritture.

Dio vi benedica.


  1. ​*​
    Alcuni chiamano Grande Tribolazione solo i secondi tre anni e mezzo di questi sette. Questo dettaglio, comunque, non cambia il resto della tesi che andiamo a presentare, poiché per pretribolazionismo si intende storicamente un rapimento che avviene prima dei sette anni, e di conseguenza anche post e mid tribolazionismo sono definiti relativamente a questi sette anni.
  2. ​†​
    “Ciò che comprendo del Nuovo Testamento è che Gesù ha promesso che sarebbe tornato, e che in questo suo ritorno avrebbe attuato una salvezza finale di coloro che confidano in Lui e un giudizio finale di coloro che non hanno creduto. Non credo ci siano due venute di Cristo nel futuro, ma solo una.” (John Piper)
  3. ​‡​
    I sostenitori del rapimento hanno diverse posizioni riguardo la visione in due parti del Secondo Avvento. Noi di Per Grazia crediamo che la lettura naturale delle Scritture riveli semplicemente due eventi e il rapimento non vada visto come un ulteriore avvento o una “fase” del secondo avvento. Quest’ultimo è un evento Giudeo-centrico che compie teologicamente ciò che il Messia non ha potuto completare durante il Primo Avvento: la redenzione nazionale di Israele e l’instaurazione del Regno Messianico con capitale a Gerusalemme. Il Rapimento è un parallelo di Pentecoste e sigla la fine del programma Chiesa, quello che Paolo chiama mistero.
  4. ​§​
    Tale obiezione è rivolta specificamente a contrastare la dottrina dell’imminenza, che è peculiare del rapimento pre-tribolazionista.
  5. ​¶​
    Omnes enim sancti et electi Dei ante tribulationem, quae ventura est, colliguntur et ad Dominum adsumuntur, ne quando urdeant confusionem, quae universum propter peccata nostra obruet mundum.

Bibliografia

  1. [1]
    Arnold Fruchtenbaum. Il Rapimento della Chiesa. Ariel Ministries. Retrieved October 16, 2019 from https://www.ariel.org/pdfs/languages/mbs039-it.pdf
  2. [2]
    John Piper. 2018. What is the Rapture? Desiring God. Retrieved October 2, 2019 from https://www.desiringgod.org/interviews/what-is-the-rapture
  3. [3]
    Timothy J. Demy and Thomas D. Ice. 1995. The Rapture and an Early Medieval Citation. BSAC 152, 607 (1995), 306–317.
  4. [4]
    William Lane Craig. 2014. Doctrine of the Last Things Part 2: The Rapture View. YouTube. Retrieved October 2, 2010 from https://www.youtube.com/watch?v=7TKPF6BHjtg