Nulla di ciò che ci è stato dato è nostro per diritto. Desiderare qualcosa non ci da il diritto di ricevere o soddisfare quel desiderio. Bisogna stare attenti a non trasformare quel desiderio nel nostro unico desiderio, o quel che è peggio, trasformarlo in un idolo che va soddisfatto. Dobbiamo invece guardare nelle nostre vite e considerare quello che abbiamo. Perché è stato dato a noi nello specifico, da Dio. Alcuni doni sono per me, altri sono per qualcun altro. Ciò che è stato dato a te, non necessariamente deve essere dato anche a me. Ciò che è normale per molti (avere uno sposo, un bambino o una casa di proprietà), non lo è necessariamente per altri. E viceversa. La chiave per la gioia è comprendere questo: ciò che voglio non è sempre ciò di cui ho bisogno; ciò di cui ho bisogno è ciò che ho; ciò che ho deve diventare ciò che voglio. Questo è vivere appieno e con gratitudine. E se mi venisse dato di più, allora ancor di più non desidererò ciò che non ho, ma ancora di più gioirò di quel che ho.

Un cuore gioioso è un cuore che riposa nell’accontentarsi e non richiede nulla in più di quello che già ha. Questo compiace il nostro buono e generoso Dio. Se siamo nel bisogno allora preghiamo e Dio provvederà (Matteo 6:25-34), ma fratelli, non compromettiamo il piacere di godere delle cose che abbiamo per il desiderio bruciante e consumante per le cose che non abbiamo.

Camminiamo retti e manteniamoci puri.

La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla. (1 Timoteo 6:6-7)