I seguaci di Gesù dichiaravano che Gesù morì sia per noi (Romani 8:32; 14.15; I Corinzi 8:11; Galati 2:20; etc.) che per i nostri peccati (Romani 5:6, 8; Galati 1:3-4, etc.). Quest’ultima espressione viene spiegata meglio nel contesto del sistema dei sacrifici di animali che venivano praticati nell’antico giudaismo.

Tra le offerte donate a Dio nel Tempio, c’erano anche offerte per i peccati del popolo. Tali offerte erano intese come espiazione per i peccati del popolo, cioè, al fine di rimuovere la separazione da Dio che è il risultato della colpa portata da tutti.

Questi sacrifici erano al fine di propiziare Dio (cioè, annullare la Sua giusta rabbia, meritata per la violazione della Sua legge morale e renderLo “favorevole” nei nostri confronti) e per espiare (cioè, rimuovere) i peccati del popolo.

Tutto questo può sembrare alquanto bizzarro. Come può il sacrificio di un animale portar via i peccati delle persone o appagare la giustizia di Dio? L’autore del libro agli Ebrei dichiara semplicemente, “è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati” (Ebrei 10:4). Egli spiega che il sacrificio di animali era inteso per essere solo un rimedio temporaneo fino a quando, secondo la volontà di Dio, il vero sacrificio sarebbe arrivato: il figlio di Dio stesso.