È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Series: Rapimento della Chiesa

I tempi del rapimento: la posizione pretribolazionista — Parte II

Dopo il quadro storico della prima parte, in questa seconda e ultima parte del capitolo dedicato alla posizione pretribolazionista analizzeremo passaggi chiave ed esporremo sette ragioni a favore.

Passaggi Chiave: Giovanni 14

“Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio, e credete anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi”

Giovanni 14:1-3

Molti studiosi sostenitori della dottrina vedono questo passaggio come relativo al rapimento pretribolazione. 

Un significativo numero di commentatori ha notato che ciò che ci dice il Signore in Giovanni 14 si può ritrovare nel discorso di Paolo nella sua prima lettera ai Tessalonicesi; J.B. Smith, tra questi, ha dimostrato quanto tali passaggi siano correlati. Lo studioso ha anche cercato di ricreare lo stesso parallelo tra Giovanni 14 e Apocalisse 19:11-21, senza successo: “infine neppure una singola parola nei due elenchi è usata nella stessa relazione o connessione​[5]​ dichiara Smith (p. 312).

Giovanni 14:1-3 1 Tessalonicesi 4:13-18
Turbato v.1Triste v.13
Abbiate fede v.1Credete v.14
Dio, me v.1Gesù, Dio v.14
Detto (a voi) v.2Vi diciamo v. 15
tornerò v.3Venuta del Signore v.15
Vi accoglierò v.3Verremo rapiti v.17
Presso di me v.3Incontrare il Signore v.17
Dove sono Io, siate anche voi v.3Saremo sempre con il Signore v. 17

Smith osserva che le parole e le frasi rappresentano un parallelo quasi perfetto. Si susseguono infatti nello stesso ordine; trattano entrambi solo di credenti e in entrambi i versi è descritto il loro destino, dalla tristezza della Terra alla gloria del Cielo.​[3]​

Sembra ovvio quindi concludere che Paolo stesse descrivendo lo stesso evento che il Signore Gesù ha annunciato l’ultima sera prima della Sua morte: le finalità di entrambi i passaggi sembrano indicare un evento futuro che è mirato a confortare gli animi di alcuni credenti aggravati, nel primo caso dalla dipartita del Signore Gesù, nel secondo da quella dei loro amati fratelli e sorelle. Entrambi i passaggi cercano di cambiare le loro prospettive, donandogli la beata speranza della redenzione e dell’eternità col Signore. Questo parallelo è importante nel grande dibattito pre e post tribolazione, poiché se la Chiesa venisse rapita poco prima del Secondo Avvento di Cristo sulla Terra, allora non raggiungerebbe mai le dimore in Cielo che il Signore Gesù è andato a prepararci. Come abbiamo visto, infatti, per i post-tribolazionisti la Chiesa discenderebbe immediatamente sulla Terra dopo aver incontrato il Signore a mezz’aria e comincerebbe con Lui il Millennio. Ma se così fosse, allora le frasi “nella casa del Padre ci sono molte dimore” e “vado a prepararvi un luogo” non troverebbero compimento. Non così però nel caso pretribolazionista: le dimore preparate per noi, sarebbero quelle in cui alloggeremo mentre la Tribolazione si scatena sulla Terra.

I tempi del rapimento: la posizione pretribolazionista — Parte I

E siamo arrivati alla fine del nostro viaggio attraverso le diverse posizioni teologiche riguardo al rapimento. In quest’ultimo capitolo, diviso in due parti, tratteremo della dottrina del pretribolazionismo, la quale insegna che il rapimento non sarà preceduto da nessun evento escatologico particolare, può avvenire in qualsiasi momento: vedremo la storia di questa dottrina, cercheremo di capire perché è una dottrina tardiva; analizzeremo da vicino i versi chiave che molti sostenitori del pretribolazionismo usano per giustificare le loro conclusioni ed infine diremo in sette punti perché questa è la dottrina più convincente che abbiamo finora analizzato. 

Il quadro storico

Molti antagonisti di questa dottrina puntano alla sua recente nascita per minare la sua validità. Eppure, sempre più studiosi oggi stanno concentrando i loro sforzi per colmare quel gap di 1800 anni che separa la Chiesa degli Apostoli dalla formalizzazione del moderno pretribolazionismo. Ad oggi molti documenti sono stati portati alla luce che attestano insegnamenti estremamente simili al moderno pretribolazionismo antecedenti il 1800.

I tempi del Rapimento: la posizione post-tribolazionista

La posizione post-tribolazionista colloca il rapimento della Chiesa di Cristo alla fine del periodo della Grande Tribolazione, in coincidenza con il secondo Avvento del Signore (Ap 19). In linea generale, questa posizione rigetta la dottrina dell’imminenza e ritiene che la Chiesa debba passare attraverso la Grande Tribolazione per attendere il ritorno di Cristo, il quale discenderà sulle nuvole, chiamerà a sé la Chiesa (rapimento) per poi ridiscendere con lei sulla Terra e manifestarsi al mondo nel Suo ritorno.

Ora, questa descrizione è abbastanza generale e ottimistica, questo perché in realtà c’è una varietà di posizioni all’interno dell’ambito post-tribolazionista. Alcune di queste varianti sono contrastanti fra loro o sono state adattate nel tempo in risposta a problematiche scritturali neglette—come vedremo—dalla Chiesa primitiva. In questo studio cercheremo di guardare a quelle più importanti, prima di analizzare la validità del post-tribolazionismo alla luce delle Scritture.

I tempi del Rapimento: la posizione pre-ira

Nel 1990 viene pubblicato un libro dal titolo The Pre-Wrath Rapture of the Church,​[1]​ scritto da Marvin Rosenthal, ex direttore esecutivo del Ministero Friends of Israel, il quale rende popolare la posizione pre-ira del Rapimento.

La dottrina consiste nel collocare il Rapimento della Chiesa di Cristo prima dell’ultimo quarto della settantesima settimana di Daniele, prima cioè che l’Ira di Dio si scateni sulla Terra: secondo questa visione, la Chiesa di Cristo non subirà l’Ira di Dio come da promessa ma passerà attraverso l’Ira dell’Uomo e l’Ira di Satana, che saranno versate sulla terra durante i primi tre anni e mezzo della Tribolazione.

Il nome attribuito a questa dottrina risulta abbastanza confusionale se si considera che anche tutte le altre posizioni riguardo al Rapimento, sia pre, che mid o post, si possono considerare pre-ira perché concordano che la Chiesa non debba passare attraverso l’Ira di Dio. Il post-tribolazionismo di Gundry, per esempio, può essere definito pre-ira; sebbene lo studioso non identifichi il proprio pensiero con questo termine, ha dichiarato “la necessità teologica che l’Ira di Dio non tocchi una persona salvata”; Ladd afferma “Ognuno deve essere concorde che è inconcepibile che la Chiesa debba soffrire l’ira di Dio”, e così altri nomi come Kimball o Reese concordano con questo concetto.​[2]​

I tempi del Rapimento: il mid-tribolazionismo

Nella sezione precedente abbiamo guardato alla dottrina del Rapimento seguendo il testo biblico e valutando le varie opinioni a riguardo. Il ritrovamento del documento di Pseudo-Efrem ci ha rivelato che la dottrina del Rapimento non è un’idea poi tanto recente, ma appare comunque presente in altri testi risalenti all’epoca vicino alla nascita della Chiesa. Si è inoltre guardato alle obiezioni che la dottrina incontra in ambito classico e di come queste possono essere superate tramite un’esegesi coerente del testo. Avendo stabilito, quindi, che una dottrina del Rapimento non solo ha validità biblica ma anche fondamenta storiche, possiamo ora concentrarci su un altro aspetto cardine della questione: quando avverrà? È possibile stabilire se la Chiesa passerà attraverso la Tribolazione o meno? Se sì, in che fase dei fatidici sette anni?

Rapimento della Chiesa: fiction o realtà?

L’argomento è certamente scottante. Molti hanno un’opinione preformata riguardo al Rapimento, alcuni preferiscono sperare nel pretribolazionismo ma prepararsi per il post, altri rinunciano allo studio e l’insegnamento della dottrina perché trovano sia una matassa troppo complicata da sbrogliare. Altri ancora non credono affatto ci sia un rapimento.

In questa serie vogliamo studiare a fondo la dottrina del Rapimento della Chiesa e concentrarci sui versi chiave che la presentano, con un’enfasi sull’esegesi del testo (facendo cioè parlare il testo e non leggendo nel testo) mettendo così a nudo le tradizionali scuole di pensiero.

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