Come capita molto spesso, è nell’ambiente casalingo che le conversazioni più interessanti e costruttive hanno luogo. Il Signore ha posto nella famiglia un esempio meraviglioso del Suo amore e del suo agire nei nostri confronti: molte volte noi agiamo con i nostri figli nello stesso modo in cui il Signore interagisce e cerca di comunicare con noi.

L’altro giorno, mentre stavamo parlando con i nostri bimbi del Natale che è alle porte, inevitabilmente viene fuori il conflitto tra i due personaggi preminenti del Natale: Babbo Natale e Gesù. Per alcuni il Natale consiste solo dell’uno, per altri solo dell’altro. E nello spiegare ai nostri figli qual è il vero senso del Natale e quale l’unico e indiscutibile protagonista, ci siamo soffermati a considerare la differenza che c’è tra dono e premio.

Babbo Natale e i suoi “doni”

Il personaggio fantasioso di Babbo Natale viene sempre dipinto come una persona compassionevole e fondamentalmente buona che porta “doni” a tutti i bimbi, ma solo a patto che siano stati buoni durante l’anno. Tanti genitori infatti usano Babbo Natale come mezzo educativo, minacciando i propri figli che non riceveranno alcun dono se non si comportano bene, perché Babbo Natale vede ogni cosa e sa se sono stati buoni o cattivi.

Ma davvero un “dono” deve essere frutto di azioni meritorie, o quello che si guadagna con il proprio comportamento/attitudine/sforzo è in realtà da considerarsi un premio, una ricompensa, e non un dono? È vero il concetto secondo il quale un “dono” va meritato?

Personalmente siamo stati abituati così, che quando ricevevamo un dono, venivamo sempre minacciati che ce lo si sarebbe tolto, se non ci fossimo comportati bene. Anche a voi è successo? Avete mai fatto la stessa cosa con i vostri bambini?

Il dono

Biblicamente, i cristiani dovrebbero essere in grado di fare meglio: la differenza tra le due parole “dono” e “ricompensa” esiste e viene esplicitamente insegnata nella Scrittura. Ma davvero la teoria incontra la pratica? 

Vediamo come i dizionari definiscono la parola dono/donare:

“Dare ad altri liberamente e senza compenso cosa utile o gradita”

Dizionario Treccani

“Dare spontaneamente senza attendersi contropartita

Il Grande Dizionario Italiano

Noi, che siamo anglofoni, abbiamo cercato la definizione di “dono” anche nella lingua inglese

“A thing given willingly to someone without payment”
(cioè, “una cosa data spontaneamente a qualcuno senza alcun pagamento”)

Oxford dictionary

Il dono, quindi, così come definito dai dizionari, è frutto di un gesto spontaneo, che non reca alcuna conseguenza né in termini di pagamento né di contraccambio. Essendo così fatta la natura stessa del dono, deduciamo che tutto si concentra nelle mani di chi dona, e questo vuol dire che il gesto in sé non è preceduto da alcuna azione specifica, ma è puramente un atto di generosità.

Cosa allora ci dice la Bibbia a riguardo? Vediamo alcuni versi:

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi: è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti;

Efesini 2:8-9

Qui è chiaro che il dono della grazia (attenzione, non della fede!) è un gesto che nasce esclusivamente dalla volontà di Dio di donare. Non risulta da alcuna azione meritoria, affinché nessuno possa vantarsi dinanzi a Dio: in questo modo è il suo cuore generoso ad essere esclusivamente esaltato e degno di lode. Ma c’è di più. Il dono della grazia è assolutamente gratuito! Questo vuol dire che esso non impone a chi lo riceve di dover in qualche modo contraccambiare o ripagare Dio di quanto donato. Ciò è ulteriormente confermato dalla definizione della parola greca per “dono”, ovvero “Δώρο”, che anche nella lingua greca è definita in maniera simile alle sue controparti italiane e inglese che abbiamo mostrato più sopra.

Il prossimo verso ci aiuta a comprendere questo concetto.

“Ma amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; poiché egli è buono verso gli ingrati e i malvagi.”

Luca 6:35

Se il Signore ci insegna qui a prestare (che è comunque diverso dal donare, in quanto presuppone un ritorno dell’oggetto prestato) senza sperare di riceverlo indietro, tanto più Egli si aspetta che un dono possa essere dato senza contraccambio o pagamento. E questo perché il Suo carattere è buono persino verso gli ingrati e i malvagi. Così quando Dio dona, possiamo esser certi, che non richiede né si aspetta nulla in cambio. Tanti versi ci dicono questo di Dio, che ci invita a dare senza richiedere nulla a chi doniamo (Luca 6:30; Luca 14:12; Matt 10:8: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date), uno in particolare ci svela una cosa importante:

Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento.

Giacomo 1:17

Quando Dio decide, dal profondo del suo cuore, di donarci qualcosa, possiamo esser certi che Egli non cambia idea, né reca alcun peso a chi dona, proprio perché tale dono è frutto esclusivo del suo amore, non è legato ad alcuna delle nostre prestazioni. 

La benedizione dell’Eterno arricchisce ed Egli non vi aggiunge alcun dolore

Proverbs 10:22

La ricompensa

Diverso invece è il discorso della ricompensa. Vediamo la sua definizione secondo il dizionario:

Il premio inteso a contraccambiare una prestazione o un’azione considerata utile o meritevole”

GOogle

Termine generico che indica ciò che si dà in contraccambio di qualcosa di utile, come per es. un lavoro, una prestazione, un aiuto, un favore ricevuto; o come premio o riconoscimento di azioni belle e lodevoli.

Treccani

Nella ricompensa, o premio, è intrinseco il meritarselo: bisogna effettuare una prestazione lodevole, un lavoro, per poter accedere al premio/contraccambio. In questo caso, la ricompensa è condizionata dalla prestazione e non nasce quindi spontaneamente come nel caso del dono, ma si materializza solo in seguito a particolari prestazioni. Molti versi biblici ci parlano della ricompensa in questi termini:

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male.

2 Corinzi 5:10

Questo verso è importante perché è rivolto alla Chiesa: Paolo qui non ci dice che quello che facciamo oggi, sia nel bene che nel male, può condizionare il nostro destino eterno in termini di vita eterna. Ma in termini di ricompensa, sì! Vedremo infatti più avanti che la salvezza (vita eterna) è un dono e come tale non viene rinnegato una volta ottenuto; ma il premio sì, quello va guadagnato a seconda di quello che facciamo.

Perché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli; e allora Egli renderà a ciascuno secondo il suo operato 

Matteo 16:22

Ecco, io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo le opere, che egli ha fatto.

Apocalisse 22:12

Ogni volta che la Bibbia ci parla di ricompensa, essa specifica che è frutto di un’azione meritoria, sia nel bene che nel male. 

La distinzione mancante

Una volta stabilito questo, dobbiamo quindi fare attenzione a quei versi nella Bibbia che parlano di dono e quei versi che invece parlano di ricompensa, e questo al fine di distinguere le cose che già ci appartengono (perché è Dio ad avercele donate) dalle cose che invece ancora non possediamo perché dipendono da come lavoreremo per Lui. Confondere nella pratica i due termini è deleterio: da una parte perché toglie a Dio la gloria per ciò che Egli ha donato, dall’altra perché ci mette in una posizione incerta dinanzi a Lui: se non sappiamo distinguere le due cose, non sapremo lavorare efficacemente o temeremo di perdere ciò che già ci appartiene. O peggio, insegneremo che Dio, come Babbo Natale, sia pronto a riprendersi ciò che ha promesso di donarci, se non ci mostriamo degni di averlo ricevuto, con le nostre azioni. In questo modo il Nome di Dio viene bestemmiato e non glorificato. Del resto, andreste mai da una persona alla quale avete donato qualcosa per richiederlo indietro solo perché tale persona non si è mostrata riconoscente o perché non vi ha donato nulla a sua volta? E siamo noi forse più buoni di Dio? Non sia mai! Dio è buono e non c’è nessun altro come Lui. 

È però molto comune tra le chiese non riuscire a distinguere le due parole. E questo perché, come nel caso di Babbo Natale, noi siamo abituati a pensare che doni gratuiti e immeritati siano difficili da ottenere, o che quando ne si ottiene uno, bisogni poi dimostrare di esser stati degni di averlo ricevuto o addirittura ci si affanna per ricambiare. Ma—e lo dico per esperienza personale—un dono bisogna imparare a saperlo accettare. E questo richiede un gesto di umiltà non indifferente. Mentre per il premio è giusto premere e correre la corsa al massimo delle proprie forze, perché chi arrivi al traguardo possa dire di essersi meritato il premio; nel dono l’unica vera e giusta risposta da avere verso il donatore è solo pura riconoscenza. Essere grati e nulla più. Ed è per questo che la Scrittura ci chiede in continuazione di ringraziarLo. Ma attenzione, seppure noi dovessimo esser irriconoscenti verso di Lui, agendo così in maniera ingiusta e malvagia, non dobbiamo temere che Dio si riprenda il Suo dono, perché come abbiamo visto nel verso sopra, Egli è buono persino con gli ingrati e “perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili” (Ro 11:29).

Se da un lato quel verso di Romani si riferisce ai doni e la vocazione di Dio nei confronti della nazione Israelita, è vero anche che il carattere di Dio è immutabile e il verso si presta a dedurre appunto il Suo carattere.

Pertanto, confrontando doni e ricompense come qui di seguito, possiamo essere certi che i primi sono altrettanto irrevocabili:

DoniRicompense
La vita eterna in Cristo (Ro 6:23)Comunione con Dio (1 Gv 1:6-7)
Grazie che copre ogni peccato (Ef 2:8; Ro 5:16)Frutto dello Spirito (Ga 5:22-23)
Spirito Santo (At 2:38)Corona della Vita (Gc 1:12)
Doni dello Spirito (Ro 12:6-8)Corona Incorruttibile (1 Co 9:25)
Corona della giustizia (2 Ti 4:8)
Corona della gloria (1 Pt 5:4)
Esempi biblici di doni e ricompense

Non confondiamo, pertanto, il premio con il dono; agiamo con la giusta attitudine verso l’uno e verso l’altro, ed avremo gioia, la sicurezza di appartenere a Lui, la bellezza di lavorare per Lui, non per ricevere la vita eterna, che è già nostra dal momento in cui crediamo, ma per essere premiati da Dio stesso. Grandi sono le benedizioni che Dio ha preparato per i Suoi figli, se siamo ubbidienti e lavoriamo per Lui con riconoscenza!