La Bibbia ci insegna che chi ascolta le parole di Dio costruisce sulla roccia, e niente può abbatterla. E le parole di Dio sono queste:
Amate Dio e amatevi gli uni gli altri (Luca 10:27).
Ma come si fa ad amare Dio? Da cosa possiamo partire per cominciare ad amarlo e compiacerlo? Nella mia carne, in questo cuore sembra non esserci spazio per l’amore verso Dio. Amo il mio sposo, i miei figli, i miei genitori e gli amici…ma Dio sembra non rientrarci in questo amore, sembra esserne fuori. Quando il mio cuore subisce qualche danno per via delle cose che nella vita non vanno sempre bene, ecco che sento venir meno ancora di più, il sentimento di amare Dio. O forse cerco di avvicinarmi con la preghiera ma in qualche modo, non so come sentirlo, non ho risposte ai miei interrogativi, le mie parole sembrano viaggiare nel vuoto, raggiungono un muro e sembra che Dio sia lontano…sembra che non possa sentirle. Allora lo abbandono di nuovo. Torno alla mia vita lontana da Lui…ci credo si, ma col cuore freddo, ci credo con le mie azioni di carità, con il mio essere gentile…ecco basterà questo a far felice Dio?
La risposta, purtroppo, è no
Non basta, non può far felice Dio se mi comporto bene, se sono gentile, se amo i miei nemici e li benedico. Se onoro il padre e la madre. Se prego ogni giorno e vado a messa ogni domenica. Se mi confesso e porto fiori alla tomba dei morti. Se non tradisco mio marito, se non rubo, se non uccido, se non bestemmio. Nonostante tutto. Io non riesco a far felice Dio. Come mai? Cosa mi manca?
Coloro che sono nella carne non possono piacere a Dio (Romani 8:8)
Il problema è in noi. Noi discendenti di Adamo, che siamo secondo la sua immagine (Genesi 5:3), abbiamo ereditato da lui, la sua carne. La sua carne è quella di un peccatore. Una volta in perfetta comunione con Dio, Che camminava con lui nell’Eden, Adamo, a un certo punto, peccò. Il primo peccato nella storia cambiò la sua natura, che era stata creata ad immagine di Dio, in perfetta armonia col suo Creatore e per questo immortale. Divenne mortale. La morte fu introdotta nel mondo. E sin da allora ogni cosa che provenisse da Adamo (i suoi figli, noi) ed ogni cosa fosse soggetta ad Adamo (la creazione stessa) fu condannata a morire. Ma Dio, pronunciò una parola di speranza, una promessa che ha accompagnato ogni secolo della storia, prima della sua compiutezza e persino dopo la sua compiutezza: la promessa che un giorno sarebbe arrivato Uno, il Messia, che avrebbe messo a morte la causa del peccato, cioè la carne, e avrebbe per questo da Egli stesso dato vita a una nuova creazione. Dopo di ciò, il peccato e la morte non avrebbero più avuto nessun effetto. Immuni da entrambi, queste nuove creature sarebbero scaturite, sarebbero (ri)nate secondo l’immagine del loro Creatore e con Lui avrebbero ereditato ogni cosa.
Venne il tempo, e questo Gesù arrivò nel mondo. Arrivò secondo l’immagine della carne di Adamo, ma non discese da Adamo. Egli era uomo, ma nato da una donna vergine, non aveva padre terreno. Aveva come padre Dio stesso, Creatore di ogni cosa. Venne e diventò uomo e mostrò al mondo la Sua natura divina: in Lui né la morte (risuscitò alcune persone dalla morte: Matteo 9:18-26; Luca 7:11-17; Giovanni 11:38-44) né il peccato (guarì ogni infermità) avevano alcun effetto; dimorò nell’amore del Padre e mostrò il Padre al mondo. Si circondò di testimoni, insegnando loro le cose a venire. Si offerse come sacrificio e fu messo a morte, secondo il piano prestabilito. Morì innocente, consegnandosi alla morte per distruggerla nella sua carne, insieme ad ogni perversione, malizia, invidia, gelosia, assassinio, ribellione, maldicenza, ogni vizio, ogni idolatria che è odio verso Dio, ogni menzogna, ogni inganno: il peccato del mondo nella sua carne, sulla croce. Egli che non ha mai conosciuto peccato, che non ha mai disobbedito al Padre suo. Fu separato da Lui, e questo lo fece soffrire più di quanto possiamo immaginare. Ma fu il Padre a schiacciarlo. Perché Dio ha amato così il mondo: che ha dato il Suo unigenito figlio affinché chiunque credesse in Lui avesse la vita eterna (Giovanni 3:16).
Il terzo giorno, dopo la sua morte, Gesù il Cristo risorse. Ecco il nuovo patto, sigillato tramite sacrificio, per tutti coloro che si avvicinano a Cristo attraverso la fede. La nuova rinascita ora possibile per mezzo della fede in quel figlio di Dio. Per fede la carne che era in Adamo è morta sulla croce, nel corpo di Cristo (Galati 2:20). Per fede la nuova rinascita nel corpo glorificato del Cristo risorto. Per fede un nuovo battesimo, dello Spirito Santo come sigillo di appartenenza a Cristo (1 Corinzi 12:13). Per fede una nuova carne, che aspetta la redenzione (Romani 8:23) quando Cristo tornerà a redimere e poi distruggere e poi giudicare.
Coloro che sono ora in Cristo hanno crocifisso la loro carne
…con le loro passioni e desideri, che erano per natura contrari a Dio (Galati 5:24). Ma ora, per fede, la natura è cambiata. Abbiamo un nuovo cuore, dei desideri che sono rivolti a Dio e alla sua giustizia, non siamo più discendenti di Adamo secondo la carne di Adamo, ma discendenti di Cristo secondo la gloria di Cristo. E se Cristo che era morto ora è resuscitato, vuol dire che la morte non ha più potenza su di Lui. E se noi siamo secondo Cristo, anche in noi la morte non ha più potenza, ma è sconfitta. Il trionfo della vita!
Io sono la resurrezione e la vita. Chiunque crede in me anche se muore vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo? (Giovanni 11:24)
Io ho risposto di sì. Voi? Avete capito ora, come far felice Dio?