È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Categoria: Profeticamente Rilevante

Neemia e Apocalisse

La Pergamena e il Salvatore: riscoprire il tesoro della scrittura

Sin da quando sono diventata cristiana, la mia fonte primaria di gioia è quando Dio si rivela nella Scrittura. Quando riesco a leggere un passo e a collegarlo ad altri nella Bibbia, sperimento il miracolo dell’unico Dio che opera attraverso il tempo e lo spazio, raggiungendo piccola me e mostrandomi la potenza della Sua Parola eterna.

“L’erba secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio sussiste per sempre.” (Isaia 40:8)

In un mondo definito da cose che finiscono—il passare dei tempi e delle stagioni, l’affievolirsi della vita, il costante cambiamento della natura—io gioisco nel vedere Dio che parla e agisce, che promette e adempie, che è morto ed è risorto. Egli non finisce e non cambia e la Sua Parola riflette queste sue caratteristiche. 

Quando Lo vedo nella Scrittura, in un versetto, e sperimento la potenza della Sua Parola, vedo la stessa potenza muoversi in me. Essa trasforma il mio dolore in gioia, i miei bisogni in abbondanza e i miei limiti in opportunità. Mi dona l’audacia per proclamarla e la forza per ubbidirla.

Tuttavia, nella cristianità moderna, vedo spesso svilupparsi un modello diverso. Troppo spesso, ci avviciniamo alla Bibbia con una mente preconcetta, con bisogni impellenti e aspettative egocentriche intrecciate in ogni versetto. Temo che, agendo in questo modo, manchiamo di collegarci alla potente Fonte di Vita e così la Parola di Dio manca di portare frutto in noi. Eppure se solo ci abbandonassimo al testo biblico nudi e privi di qualsiasi nostra influenza personale su di esso, allora possiamo veramente sperimentare la benedizione di trovare nella Parola il Tesoro Più Grande e Prezioso di Tutti: il Suo Autore e Gesù Cristo Suo Figlio. Lui è il premio che tutti dovremmo cercare tra le pagine della Bibbia.

Mentre ero a un incontro biblico la scorsa notte, stavamo leggendo Neemia 8. Mentre esaminavo il capitolo, qualcosa mi è venuto in mente: ho avuto l’impressione che la scena descritta fosse qualcosa che avevo letto anche altrove nella Bibbia. Alla fine mi è venuto in mente Apocalisse e così ho preso una Bibbia e la pagina mi si è aperta su Apocalisse 5 e ho iniziato a confrontare i due passaggi. Stupita e piena di gioia, ho potuto vedere delle somiglianze che erano impossibili da ignorare o da considerare pura coincidenza. Ecco cosa ho trovato.

Il 7 ottobre e il risveglio di un antico odio

Il 7 ottobre 2023 rappresenta un’immensa tragedia per Israele. L’attacco immotivato di Hamas verso la popolazione civile, che è stata brutalmente assassinata e rapita, ha sconvolto il mondo.

Nelle prime ore di quel sabato mattina, in concomitanza con la festa ebraica di Simchat Torah, oltre 3.000 razzi lanciati da Gaza colpirono città e villaggi israeliani. Sotto la copertura dei bombardamenti, circa 2.000 militanti di Hamas violarono la barriera di confine in più punti, invadendo più di venti comunità civili e avamposti militari. Massacrarono intere famiglie nelle loro case, colpirono brutalmente a morte migliaia di giovani che partecipavano a un festival musicale vicino a Reim, bruciarono case con persone al loro interno e portarono a Gaza più di 240 ostaggi, tra cui donne, bambini e anziani. Oltre 1.200 israeliani furono uccisi in un solo giorno, rendendolo l’attacco più mortale contro gli ebrei dai tempi dell’Olocausto. Hamas filmò e trasmise molte delle uccisioni, celebrandole come una vittoria religiosa. E vi risparmierò i dettagli raccapriccianti e crudi delle loro azioni.

Ma ciò che seguì fu altrettanto rivelatore: mentre Israele cerca di smantellare l’infrastruttura terroristica a Gaza, viene accusato di genocidio, fame infantile e crudeltà. Ancora una volta, lo Stato ebraico diviene bersaglio di un’inversione morale: accusato di aver tentato di difendere i propri cittadini.

Tali reazioni non sono nuove. Sono echi di un antico odio che è riemerso in ogni generazione. I nemici di Israele cambiano nome e lingua, ma l’ostilità di fondo rimane la stessa. L’indignazione seguita al 7 ottobre ha messo in luce quanto l’antisemitismo sia profondamente radicato nella coscienza occidentale. Mentre Israele esercita moderazione e precisione per evitare vittime civili, i media mondiali amplificano narrazioni distorte, rilanciando la più antica di tutte le calunnie: l’idea che gli ebrei siano intrinsecamente colpevoli.

Questo odio, tuttavia, non può essere spiegato solo dalla politica o dai pregiudizi dei media. Le sue radici sono teologiche. Il mondo odia Israele perché Dio lo ama. Il conflitto spirituale che circonda Israele non riguarda confini o politiche: riguarda la fedeltà di Dio alle Sue promesse.

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