In Italia il dibattito tra evoluzionisti e creazionisti sembra essere molto marginale, se non quasi del tutto assente. Il paese, dove persino il cattolicesimo, che è la denominazione “cristiana” predominante, non fa alcuna fatica ad appoggiare le teorie evoluzioniste contro il racconto biblico, lascia poco spazio a qualsiasi forma di dibattito. In America invece le cose sono diverse. Il dibattito è aperto e vivo più che mai. Recentemente il creazionista Ken Ham, fondatore e presidente di Answers in Genesis, ha condotto un acceso dibattito televisivo con Bill Nye, rappresentante del mondo scientifico secolare e conosciuto in America come “The science guy”. L’evento,1 tenutosi lo scorso Febbraio, è stato visto da più di 15 milioni di persone in tutto il mondo e suscita ancora oggi discussione.

Mio marito ed io siamo appena tornati da una conferenza di Answers in Genesis, tenutasi a Dudley, vicino Birmingham: la UK Creation Mega Conference 2014. A questo evento, durato tre giorni, hanno partecipato non solo Ken Ham e Steve Ham di Answers in Genesis ma anche Ray Comfort del famoso ministero Living Waters, l’australiano John MacKay di CreationResearch.net e alcune personalità del mondo scientifico come il geologo Paul Garner, il prof. Andy McIntosh e il prof. Stuart Burgess,2 che ha una cattedra in Engineering Design all’Università di Bristol. Questo articolo è dedicato al suo talk intitolato “L’Unicità dell’Uomo”.

Come più volte si è ribadito durante ciascuna sessione, il problema non è tanto l’evidenza dei fatti, quanto la loro interpretazione e quindi, in un certo senso, il punto di vista dal quale si parte. Se si vuole rifiutare l’esistenza di un Dio onnipotente creatore, l’unico modo per farlo è guardare ai fatti (reperti archeologici, fossili, etc.) con una lente distorta e certamente diversa da quella che userebbe chi invece accetta di cuore e con gioia il Creatore dell’Universo e la Sua testimonianza scritta dei fatti, lasciataci nella Bibbia. Con questi presupposti, ogni cosa appare in maniera completamente diversa. Un esempio valido è questo: il prof. Peter Atkins, noto evoluzionista e ateo, commenta così l’esistenza dell’uomo: «noi non siamo che un pezzetto di melma su un pianeta»;3 al contrario, la visione biblica dell’uomo è questa:

“Quando io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura? Eppure tu lo hai fatto solo di poco inferiore a Dio e lo hai coronato di gloria e d’onore. Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi: pecore e buoi tutti quanti gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto quel che percorre i sentieri dei mari”. (Salmo 8:3-8)

Una bella differenza!

Il problema della visione atea ed evoluzionista dell’uomo è che, nel suo rifiuto di Dio, non tiene conto né della straordinaria unicità (fisica e spirituale) data all’uomo né del suo ruolo nel mondo. Mentre infatti la Bibbia considera l’uomo come un essere spirituale (creato secondo l’immagine di Dio – Genesi 1:26) e progettato per scopi che vanno oltre la mera sopravvivenza (si considerino la musica, gli sport, la scienza, etc.), la versione evoluzionista vede l’uomo simile all’animale e progettato, perciò, per il fine unico della sopravvivenza. Ma la scienza in realtà conferma che l’uomo è unico nel mondo ed è stato accuratamente progettato al di sopra degli altri essere presenti sulla terra!

Vediamo alcune differenze sostanziali che vi sono, ad esempio, tra la scimmia e l’uomo:

  • Le scimmie sono quadrupedi, gli uomini invece sono bipedi e questo li rende completamente differenti. Ad esempio, mentre il piede dell’uomo è arcuato, quello della scimmia è simile alla mano. L’arcata del piede permette all’uomo di essere flessibile in avanti o indietro senza perdere l’equilibrio e inoltre gli permette di stare in piedi su una sola gamba: infatti se ne si alza una, l’equilibrio è comunque permesso dalla struttura del piede, poiché il peso del corpo si sposta sul baricentro dell’arco plantare. Si pensi ad esempio alle bellissime coreografie dei ballerini o le esecuzioni di arti marziali. La scimmia invece non ha queste possibilità, e sebbene si alzi su due zampe di tanto in tanto è solo per un certo tempo e poi ritorna sempre alla posizione quadrupede.
  • La mano dell’uomo è straordinariamente abile ed è costituita in gran parte da tendini e pochissimi muscoli. Questo la rende unica perché capace di movimenti delicati e precisi, se non complicati: pensate infatti ai movimenti delle ricamatrici o quelli delle lavoratrici a maglia, capaci simultaneamente di muovere le dita in pose complicate. O ancora alla precisione richiesta dalla chirurgia. Oppure si pensi alla capacità dell’uomo di scrivere e impugnare una penna: questo è un rompicapo per gli evoluzionisti, perché non riescono a spiegarsi come la capacità di impugnare una penna4 possa essere indispensabile alla sopravvivenza (ricordiamo, gli evoluzionisti vedono nell’uomo un unico scopo di sopravvivenza). Le mani delle scimmie invece hanno forte muscolatura e pochissimi tendini, per permettere loro di avere la forza di aggrapparsi ai rami o rompere il cibo con le mani.
  • L’uomo è nudo per natura, le scimmie/animali sono rivestiti di pelo. La pelle dell’uomo è estremamente fine e delicata, capace di “sentire” al tocco e provare sensazioni. È capace inoltre di raffreddare il corpo attraverso il sudore; pensate ai cani invece, che hanno bisogno di cacciar fuori la lingua per farlo! Potete provare anche voi, in una calda giornata di Agosto a tirar fuori la lingua, ma non credo avrete un risultato soddisfacente!
  • Il viso dell’uomo ha capacità uniche di espressione facciale: mentre le scimmie hanno circa 26 muscoli sul volto, gli essere umani ne hanno circa 50 e questo ci permette di comunicare i nostri sentimenti (gioia, sollievo, felicità, etc.). Può l’evoluzione spiegare la nostra capacità di sorridere? O quella di recitare?
  • L’uomo ha un linguaggio complesso e diversi livelli di comunicazione; le scimmie non hanno linguaggio. Che vantaggio c’è nel parlare una lingua complessa in un sistema di sopravvivenza?
  • Gli animali non si sposano, ma l’uomo sì. Inoltre, le femmine degli animali sono fertili solo in alcuni periodi dell’anno, mentre le donne sono uniche nell’essere fertili ogni mese per tutto l’anno. E poi considerate l’infanzia: l’uomo è l’unico essere vivente ad avere un’infanzia lunga, mentre la maggior parte degli animali (scimmie comprese) non ha che un anno per raggiungere l’età adulta.
  • Noi abbiamo un’anima. La straordinaria capacità di contemplare la bellezza (mai visto un animale che si ferma a guardare un tramonto!) e di essere coscienti di noi stessi; l’essere umano prende decisioni continue e ha capacità di ragionare sulle cose, infatti il nostro cervello è unico e non ha eguali in natura (si pensi ad es. alla capacità di memorizzare).

Potrebbero essere portati tanti altri esempi, ma ci fermeremo qui per ora, giusto per darvi un’idea di quello che siamo. Certo, malattie e deformazioni si sono sempre verificate e questo ha una diretta spiegazione nel testo biblico. Prima della caduta dell’uomo (il primo peccato di Adamo ed Eva) infatti, Dio guardò alla Sua creazione (uomo compreso) e la dichiarò essere molto buona (Genesi 1:31). Di certo “molto buono” non include né morte, né malattie. Solo dopo il primo peccato di disobbedienza (Genesi 3), l’uomo divenne soggetto a morte e malattie, poiché il salario del peccato, è la morte (Romani 6:3); la nostra perfetta natura fu cambiata in quella che conosciamo oggi, insieme alla natura degli animali. Ma grazie a Dio, che ha mandato il suo unigenito figlio Gesù a morire sulla croce come un’offerta, per condannare nella carne il peccato, e far rinascere il nostro spirito a Dio attraverso e in Gesù. La salvezza per chi pone fede in Cristo Gesù è la vita eterna così come Dio l’aveva progettata…e in realtà anche meglio! (1 Giovanni 3:2)

In conclusione, il Signore nostro Iddio nel crearci, ci ha donato:
– una postura eretta per supervisionare e amministrare il resto della Sua creazione; (Genesi 1:27-28)
– un corpo in tutto progettato per la creatività e il piacere, affinché potessimo gioire nelle possibilità che Egli ci ha date; (Salmo 139:14)
– una voce per poter comunicare con Lui e cantare al nostro Signore inni di lode; (Salmo 144:9; 150)
– un cervello tale da poter comprendere le Sue leggi e la Sua Parola; (Salmo 119:4-7)

E infine ci ha dato un corpo degno del nostro Signore Gesù Cristo (Giovanni 1:14), che in questo corpo venne per la nostra salvezza.

Alleluja!


  1. Molto utile anche l’analisi postuma, a cura di Creation Ministries International. In inglese. 
  2. Pagina accademica, sito personale e un interessante talk (in inglese): Why biblical creation is good science
  3. In originale “We’re just a bit of slime on a planet”; in Russell Stannard, Science and Wonders, Faber & Faber, 1996, p. 7. 
  4. O altri strumenti che richiedono una mano come la nostra, quali pennelli, bisturi, etc.