Per Grazia

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Come vasi d’argilla nelle sue mani

Vi invitiamo a leggere questo bel libro: è scritto davvero bene, facile da leggere, molto coinvolgente. Vi ritroverete a non voler perdere nemmeno una parola, sarete messi alla prova, il che è sempre buono, ma sarete anche incoraggiati, a cercare Dio con più assiduità e a desiderare di obbedire al Suo volere.

È la storia di una famiglia, con molti conflitti e instabilità sia economica che relazionale. È raccontata da tre fratelli, secondo le loro prospettive e in loro possiamo notare come il risultato del peccato e del caos che esso crea nel mondo abbiano un effetto del tutto diverso e personale su ognuno di loro: l’una (Maria Luisa Cini) scappa via cercando di realizzare il suo sogno d’amore, che ama sognare ad occhi aperti; l’altra (Annalisa Cini) che rimane, nascondendo in sé il tumulto del proprio animo; infine l’ultimo (Gianni Cini) che cade nella dipendenza dalla droga. Tre membri della stessa famiglia, tre modi diversi di reagire. Fino a che un giorno, la luce di Dio penetra nel buio delle loro situazioni e dei loro animi e, in tempi diversi e attraverso percorsi del tutto personali (eppur interconnessi!), porta nelle loro vite salvezza, scopo e pace.

In questo libro troverete la forza guidata da Dio, la pazienza che perdura, decisioni difficili, il miracolo del perdono, una buona dose di ironia e infine, la buona novella della restaurazione: una famiglia trasformata dalle mani del più amabile e talentoso Vasaio che c’é!

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J. C. Ryle sul Millennio e Israele

Per quanto possano essere grandi le difficoltà che circondano molte porzioni di profezia incompiuta, per me due punti sembrano risaltare in modo così chiaro che paiono scritti con un raggio di sole. Uno di questi punti è il secondo personale avvento del nostro Signore Gesù Cristo prima del Millennio. L’altro di questi punti è il futuro raduno letterale della nazione Ebraica e il loro ripristino nella terra promessa. Non dico a nessuno che queste due verità sono essenziali alla salvezza e che non si può essere salvato a meno che le si veda coi miei occhi. Ma dico a chiunque che queste verità mi appaiono distintamente nella sacra Scrittura, e la negazione delle stesse è per me stupefacente e incomprensibile tanto quanto il negare la divinità di Cristo — J. C. Ryle

Tradotto liberamente da: Ryle, J. C. (1867). Coming Events and Present Duties: Being Miscellaneous Sermons on Prophetical Subjects. London: William Hunt.

L’aborto e lo stato di New York

“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità”

Con queste parole, che sono diventate fondamentali nella storia per definire e legislare i diritti umani, si stendeva la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’ America. Da sempre difensori, persino a livello mondiale, di tali principi, oggi una parte dell’America, per l’esattezza lo stato di New York, ha deliberato legale la rinnegazione del diritto inalienabile alla vita, sancito da quel documento che gli americani amano festeggiare il 4 Luglio, giorno dell’Indipendenza. Da qualche giorno infatti, è divenuto legale l’aborto (o dovremmo forse dire l’assassinio), di essere umani nel grembo materno fino al termine della gravidanza, fino cioè ai 9 mesi (prima il termine legale era fino alle 24 settimane).

Provvidenza divina?

Recentemente ci siamo trovati ad affrontare una controversia nata da un articolo sulla dottrina della provvidenza divina, pubblicato su un sito aderente, in larga parte, alla teologia riformata (Calvinismo). Il disaccordo è nato dal fatto che colui che ce lo ha riportato, seppur dichiarandosi ferventemente non calvinista, non aveva riconosciuto che tale articolo aveva proprio quell’impronta.

Vogliamo qui evidenziare, passaggio per passaggio, gli elementi che si rifanno a tale dottrina, così che il lettore possa conoscerli e riconoscerli in futuro, ed evidenziare il perché, alla luce della Parola, essi siano da ritenersi non biblici.

Come sappiamo che la Bibbia non è stata inventata?

Chiunque creda che l’intera Bibbia sia stata inventata non è uno scettico; ma è, nel significato più puro del termine, un ignorante, poiché molti dei dettagli biblici sono corroborati dall’archeologia e da altri scritti storici.

Dei tanti, diamo un’occhiata a tre aspetti della Bibbia che, presi insieme, aiutano a spiegare con fiducia come facciamo a sapere che la Bibbia non è pura fiction.

Contro la cupidigia e l’invidia

Nulla di ciò che ci è stato dato è nostro per diritto. Desiderare qualcosa non ci da il diritto di ricevere o soddisfare quel desiderio. Bisogna stare attenti a non trasformare quel desiderio nel nostro unico desiderio, o quel che è peggio, trasformarlo in un idolo che va soddisfatto. Dobbiamo invece guardare nelle nostre vite e considerare quello che abbiamo. Perché è stato dato a noi nello specifico, da Dio. Alcuni doni sono per me, altri sono per qualcun altro. Ciò che è stato dato a te, non necessariamente deve essere dato anche a me. Ciò che è normale per molti (avere uno sposo, un bambino o una casa di proprietà), non lo è necessariamente per altri. E viceversa. La chiave per la gioia è comprendere questo: ciò che voglio non è sempre ciò di cui ho bisogno; ciò di cui ho bisogno è ciò che ho; ciò che ho deve diventare ciò che voglio. Questo è vivere appieno e con gratitudine. E se mi venisse dato di più, allora ancor di più non desidererò ciò che non ho, ma ancora di più gioirò di quel che ho.

Un cuore gioioso è un cuore che riposa nell’accontentarsi e non richiede nulla in più di quello che già ha. Questo compiace il nostro buono e generoso Dio. Se siamo nel bisogno allora preghiamo e Dio provvederà (Matteo 6:25-34), ma fratelli, non compromettiamo il piacere di godere delle cose che abbiamo per il desiderio bruciante e consumante per le cose che non abbiamo.

Camminiamo retti e manteniamoci puri.

La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla. (1 Timoteo 6:6-7)

Rev. John Harper

L’ultimo vero eroe del Titanic

Era il 15 Aprile 1912, quando il transatlantico Titanic affondò sotto le acque ghiacciate del Nord Atlantico portando con sé 1517 vite. La più grande, la più lussuosa nave conosciuta dall’uomo in quel tempo se n’era andata, ricordando al mondo la nostra fragilità di esseri umani. Ma l’affondamento del Titanic fu più di una tragedia storica. C’è la storia di un eroismo coraggioso e di una fede incrollabile.

Custodisci il tuo cuore – Parte II: come?

L’enfasi del nostro verso portante sta nella frase “più di ogni altra cosa”. Altre versioni, come la Diodati, traducono “con ogni cura”; la versione inglese invece riporta “con ogni diligenza”. Potremmo in breve dire che dovremmo:

  • Curarlo con ogni cura possibile
  • Difenderlo con ogni difesa possibile
  • Custodirlo con ogni custodia possibile

Un buon punto di partenza per fare ciò è chiedere a Dio, come il salmista ha fatto:

Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna. (Salmi 139:23-24)

Custodisci il tuo cuore – Parte I: perché?

È la prima volta che partecipo ad una conferenza per sole donne. Devo ammettere che ci sono andata abbastanza scettica, il che è perfettamente conforme alla mia natura. Eppure, il Signore mi ha sorpreso, in maniera dolce e bella (come è Suo solito fare!), così che di questa GBWA Kent Women Conference adesso ho un ricordo stupendo. E con grande desiderio voglio parlarne con voi, perché possiate come me trarre beneficio da ciò che ho ascoltato e ricordare questo messaggio importante, per applicarlo ogni giorno.

Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita” (Proverbi 4:23)

Parabola dei due Figli

La Parabola dei due Figli

Recentemente ho fatto una chiacchierata con un gruppo di cattolici romani online. Una delle persone su quella pagina si è dimostrata cordiale e aperta al dialogo; abbiamo discusso le nostre differenze tranquillamente. Tuttavia, una delle domande che mi ha fatto richiedeva una risposta lunga che sostanzialmente si è tradotta in un piccolo studio biblico, che ora vi propongo.

La richiesta

Mi è stato chiesto di analizzare i versi di Matteo 21:28-32. Il commento che accompagnava la richiesta era: «In pratica, questa parabola pone il fare prima del credere, nel senso che il fare implica già il credere, anche se non viene espresso pubblicamente a parole».

È chiaro che il nostro amico ha portato il suo bagaglio presupposizionale nella discussione, leggendo nel testo delle opere giustificatrici che seguono necessariamente la vera fede, quando difatti tale concetto è totalmente alieno al testo che stiamo per esaminare. Intanto, citiamo il passaggio:

«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Avvicinatosi al primo, disse: “Figliolo, va’ a lavorare nella mia vigna oggi”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”; ma poi, pentitosi, vi andò. Avvicinatosi all’altro, disse la stessa cosa. Egli rispose: “Vado, signore”; ma non vi andò. Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli dissero: «Il primo». E Gesù a loro: «Io vi dico in verità: i pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio. Poiché Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete pentiti neppure dopo per credere a lui. (Matteo 21:28-32)

Efesini 1:1-10

Lettera agli Efesini 1:1-10

Benvenuti alla nostra nuova serie di studi incentrata sulla Lettera agli Efesini. Inizieremo dai primi dieci versi del primo capitolo.

Introduzione

Per iniziare, diamo un breve sguardo alla lettera nel suo insieme: l’apostolo Paolo ci parla, in questa epistola, del piano salvifico di Dio, delle grandi benedizioni di cui godono coloro la cui posizione è in Cristo (ovvero, coloro che sono salvi), del mistero dei non ebrei inclusi nel piano di Dio, dell’abbattimento delle barriere culturali, sociali e di ogni tipo all’interno della Chiesa di Cristo, etc. È una lettera breve, ma ricca di insegnamenti e spiegazioni.

I manoscritti più vecchi, uniti alle prove testuali interne, ci dicono che Paolo ha probabilmente scritto questa lettera come missiva generale da far circolare nell’area dell’Asia Minore, di cui Efeso era il maggior centro dell’epoca. La dicitura “che sono in Efeso” venne probabilmente aggiunta successivamente per dare un marchio distintivo alla lettera usando la città più emblematica dell’area.

Ciò detto, nonostante qualche disperato tentativo della critica moderna, non vi è praticamente alcun dubbio che l’apostolo Paolo sia l’autore di questa lettera, e che i destinatari fossero i santi dell’Asia Minore.

Una nota curiosa di questa lettera è che, nell’originale, dal verso tre al verso quattordici, Paolo impiega una sola lunga frase senza pause, passando dalla lode a Dio per le benedizioni riversate sui santi in Cristo, all’introduzione dei temi principali della lettera.

Succede mai nulla al di fuori della sovranità di Dio?

È domenica, sono appena tornato dalla chiesa e ho fatto un buon pranzo domenicale con la mia famiglia. Dopodiché, ho dato un’occhiata a Facebook. Da un gruppo teologico, a cui ho aderito di recente, ho letto questa domanda, posta da un Calvinista:

Succede mai nulla al di fuori della sovranità di Dio? Se sì, cosa? (Citare le Scritture, per favore)

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